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La storia della mafia

Libro di   Leonardo Sciascia

La storia della mafia Libro di  Leonardo Sciascia
€ 8, 00
  • Editore: Barion
  • Collana:Pugni
  • Pubblicazione:26/04/2013
  • Pagine:72
  • Formato:Libro in brossura
  • ISBN: 9788867590018
Disponibilità immediata

"Non c'è impiegato in Sicilia che non sia prostrato al cenno di un prepotente e che non abbia pensato a trarre profitto dal suo ufficio. Questa generale corruzione ha fatto ricorrere il popolo a rimedi oltremodo strani e pericolosi. Ci sono in molti paesi delle fratellanze, specie di sette che diconsi partiti, senza riunione, senz'altro legame che quello della dipendenza da un capo... Il popolo è venuto a convenzione coi rei. Come accadono furti escono dei mediatori... Molti alti magistrati coprono queste fratellanze..." Così don Pietro Ulloa, procuratore a Trapani nell'anno di grazia 1838. Un giudizio e un ritratto ancora stimolanti, Sciascia se ne appropria e traccia un profilo, denso e inevitabilmente problematico, della cosiddetta onorata società, in questo scritto per la prima volta in volume.

LA NOSTRA RECENSIONE DI LA STORIA DELLA MAFIA

 Quando la mafia si imborghesisce (e ci vuole poco con le ricchezze che muoveva

e muove) poi sforna avvocati, medici, imprenditori, professionisti. Insomma, quelli

che si chiamano colletti bianchi. Cambia la forma del mafioso ma la sostanza rimane sempre quella.

“La Storia della Mafia”, 1972, Sciascia descriveva così il cambiamento della mafia, una variazione sinistra e tremendamente attuale dell’adagio gattopardesco del è necessario che tutto cambi perché tutto rimanga com’è. La questione della trattativa stato-criminalità organizzata è di oggi e lungi dall’essere risolta, eppure quelle parole suonano quanto mai profetiche, in particolare se si pensa a come la Mafia abbia potuto addentrarsi nel tessuto profondo della società civile e da lì controllare punti vitali del paese. Sciascia da studioso, (l’amico Vilardo parlerà di uno sguardo da entomologo) si sofferma a definire il nome stesso dell’organizzazione, Mafia. Perché questo nome? Perché non ci si accontenta, come molti lamentano, di definire un gruppo di rapinatori semplicemente, banditi? Per rispondere a questa domanda Sciascia va nel profondo, cerca le radici, e dagli archivi spunta fuori una relazione, di Don Pietro Ulloa procuratore di Trapani nel 1838, “oscure fratellanze” “sette segrete diconsi partiti”, insieme ad un popolo che le fiancheggia e magistrati che le proteggono. Questa è mafia, l’essenza sta nel suo essere a modo suo “partito”, organo nell’organo, “intermediazione parassitaria (...) tra cittadino e Stato”. “Tutti avete detto che la Mafia insorge nel vuoto dello stato. E invece insorge nel pieno dello Stato!”.


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