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Il sole dei morenti è l'ultimo romanzo scritto da Jean-Claude Izzo prima della sua prematura scomparsa. È il suo capolavoro: una struggente esplorazione del potere distruttivo dell'amore, la storia di un uomo che cerca l'amore e non lo trova, e per questo viene relegato ai margini della società. Il merito di Izzo è di riuscire a farci identificare con un destino apparentemente estremo, quello di un essere umano che ha perso tutto. Quando i pompieri portano via il corpo di Titì, l'unico amico rimastogli, morto di freddo in una stazione del metrò parigino, Rico decide che è ora di andarsene, lasciare Parigi per il sud. Se deve morire, tanto vale morire al sole. Nel suo viaggio incontra altri disperati come lui, persone finite sulla strada seguendo percorsi di vita diversi e che reagiscono diversamente, chi con solidarietà chi con cattiveria. In fondo al viaggio c'è Marsiglia e la speranza di rivedere Lea, il grande amore della sua gioventù.
C’è un uomo, Rico, che ha un buon lavoro, una bella casa e una donna che ama. E c’è un uomo, qualche anno più tardi, che si aggira per le strade, dorme per terra e sputa sangue. È sempre lui, Rico, che, per una cosa o per l’altra, è precipitato sul gradino più basso della scala sociale, è finito per strada. E si appresta a uscire di scena, a morire. C’è solo una cosa, però, che gli resta da fare: ritornare a Marsiglia, risentire il calore del sole, rivederlo brillare nel mare. Il sole dei morenti è un libro appassionante, privo di retorica; al contrario, è pieno di umanità. Commuove, colpisce.
Jean-Claude Izzo si dimostra un autore capace, che non si fa rinchiudere all’interno del genere noir che affronta in modo magistrale nella celebre “trilogia marsigliese” (Casino totale, Chourmo, Solea).
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