Il freddo della vita
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Fa freddo, è normale.
È inverno, cosa dovevamo aspettarci? Sole? Brezza serale? Stiamo scherzando?
Fa freddo, si gela. La notte, le temperature vanno ben oltre sotto lo zero. La mattina, le strade sono ghiacciate. L’aria è tagliente, attraversa i vestiti, entra nelle ossa.
Quando siamo costretti a camminare per strada, lo facciamo in fretta, nella speranza che duri il meno possibile. Quando siamo costretti a vivere in strada, il tempo non passa. È attesa, è un istante che non finisce.
E mentre i tele-giornalisti lanciano l’allarme (“l’Italia è al gelo!”), gli amministratori ci ammoniscono ad attrezzare le auto e i medici di famiglia ci raccomandano di mangiare tante arance, in strada si continua a morire. In Italia. Nel duemila.
Possibile?
Possibile.
Dal 2013 sono già morti dieci clochard. Forse di più. Si sono spenti in silenzio. Senza attirare attenzione, senza meritarsela. Se non ci fossero enti come la Caritas, iniziative private o qualche giunta illuminata, il numero potrebbe essere addirittura superiore. Il problema è che dietro ai numeri ci sono storie, vite, esseri umani. Persone che hanno avuto un passato (una famiglia, un lavoro, un progetto di vita) e hanno perduto il presente. Che non hanno la forza di guardare al futuro. Nascoste da cartoni, sacco a pelo e guanti, ci sono rabbie, paure, delusioni.
Speranze?
Poche.
Il problema è proprio questo. Che, dopo un po’, uno si abitua, rinuncia a lottare. Si accontenta, si trascina da una mensa a un guardaroba, da un dormitorio a una doccia comunale. Sopravvive, non vive. Si dimentica di se stesso. D’altra parte, come scrive Wainer Molteni in Io sono nessuno, “cosa conta se parli arabo e francese quando non riesci a procurati un piatto caldo? Chi se ne frega se sei stato a Londra o negli Stati Uniti se non hai un posto dove dormire? Cosa importa se hai mangiato caviale o bevuto champagne quando fuori diluvia o ci sono meno dieci gradi sotto lo zero?”. Niente, non conta assolutamente niente. Diventi un superstite, un sopravvissuto. Perdi la capacità di immaginarti il futuro. Perdi la tua capacità di essere uomo.
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