vota, segnala o condividi
Sir Thomas More è forse l'opera più complessa all'interno del corpus shakespeariano. E questo per diversi motivi, a partire dalla sua attribuzione (anche solo parziale) al drammaturgo di Macbeth e Amleto. Diverse furono infatti le mani che presero parte alla composizione del testo, pare però ormai privo di dubbi che a una probabile prima stesura da parte di Anthony Munday si sia in un secondo tempo aggiunto il contributo decisivo di Shakespeare stesso. Ma l'interesse dell'opera va al di là delle mere questioni filologiche per coinvolgere la sostanza della vicenda narrata, che mette in scena senza infingimenti né censure gli accesi scontri legati alla politica e alla religione nella Londra del Sedicesimo secolo. Porre al centro del dramma un personaggio ingombrante come Thomas More, protagonista delle più controverse vicende di una storia recentissima, con strascichi ancora ben vivi all'epoca in cui il testo fu scritto, era un passo rischioso e molto azzardato, la materia tanto incandescente da suscitare negli studiosi dubbi circa il fatto che l'opera sia mai stata rappresentata, all'epoca in cui fu scritta. Al di là delle attribuzioni, dunque, Sir Thomas More ci offre una testimonianza tesa e incandescente di una Londra animata da un multiculturalismo tutt'altro che pacifico, ma anche di ciò che era consentito o meno dire in un pubblico teatro agli albori dell'era moderna.
PERCORSI
L'uso di questo contenuto è regolato da licenza
eBook: istruzioni per l'uso