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Il volume affronta da varie prospettive i tentativi e le esperienze di immigrazione che nel corso del tempo sono state progettate o attuate in Sardegna: un tema non sempre approfondito dalla storiografia. Le vicende analizzate riguardano soprattutto le colonizzazioni avvenute nel corso del Novecento, anche se il saggio di apertura si sofferma sulle strategie di ripopolamento dell'Isola tentate dai governi piemontesi nel corso del Settecento e sul dibattito che, su questo tema, tornò ad essere vivace verso la metà del secolo XIX. Inizialmente l'intervento statale si concretizzò soltanto con l'istituzione delle prime colonie penali agricole e la Sardegna fu a lungo considerata una sorta di terra di confino per i dipendenti pubblici. Alcuni contributi si soffermano sui cambiamenti del mercato del lavoro (con l'arrivo di maestranze e tecnici continentali) connessi allo sviluppo delle miniere e alla successiva, travolgente espansione dell'industria petrolchimica; altri esaminano le dinamiche che caratterizzarono la rapida crescita di Carbonia e le difficoltà di un'altra città di fondazione, Fertilia, destinata a ospitare nel secondo dopoguerra i profughi giuliani. Ad Arborea - il Comune che ha ospitato il convegno all'origine di questa pubblicazione - è interamente dedicata la seconda parte del libro, nella quale le fonti orali si confermano capaci di offrire nuove prospettive per indagare da inedite angolazioni un caso interessante e complesso.
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