€ 19,
99
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Editore:
Giappichelli
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Pagine:176
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Tipo protezione:Adobe DRM
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Condivisione:Permesso limitato.
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ISBN:
9788892190047
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Il presente lavoro ha ad oggetto l'esame dei riflessi penalistici di quelle condotte che alterano e condizionano in modo patologico la libertà di espressione del voto democratico. In particolare quando il voto viene espresso a seguito di illecite forme di mercimonio o addirittura procacciato con modalità mafiose, si genera un gravissimo vulnus alla libertà di espressione della volontà popolare. Ed invero, allorché il pubblico ufficiale "si pone in vendita" nei termini anzidetti, il voto costituisce giuridicamente "utilità" ai sensi degli artt. 318 e 319 c.p., ipotesi quindi di corruzione ancora più grave del tradizionale scambio di danaro contro uno specifico atto amministrativo. Infatti, con riferimento alle collusioni qui in esame, si determina un asservimento costante e duraturo nel tempo della pubblica funzione rispetto ad interessi illeciti, talora mafiosi, antitetici rispetto all'interesse pubblico. Per tale ragione la scelta del titolo è caduta su "l'inquinamento elettorale". Sono state esaminate, quindi, sotto tale profilo, gli aspetti penalistici afferenti accordi collusivi di corruzione codicistica, elettorale, i patti tra politici e le organizzazioni mafiose e le condotte di "estorsione e frode elettorale". Ci si è infine soffermati sulla c.d. legge Lazzati che sanziona il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione e punisce, altresì, il candidato che di tale attività si avvalga. A tal proposito si è sottolineato come la norma, così come concepita, risulta essere di difficile applicazione.
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