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Negli ultimi quindici anni, provvedimenti legislativi e pronunce giurisprudenziali hanno ridisegnato la categoria dei mezzi straordinari di impugnazione, mutandone sensibilmente i confini. L'ampliamento operativo della revisione, anche mediante l'inserimento della nuova ipotesi di "revisione europea", l'introduzione del ricorso straordinario per errore materiale o di fatto contro le sentenze della Suprema Corte, la più recente rescissione del giudicato a tutela dell'assente incolpevole, nonché l'impiego sempre più frequente del ricorso individuale alla Corte europea dei diritti dell'uomo hanno inciso significativamente sull'impianto relativo ai controlli delle pronunce giudiziarie e contribuito alla progressiva erosione del giudicato, nel nome di imprescindibili esigenze di tutela dei diritti fondamentali. Lo studio ripercorre gli itinerari normativi e giurisprudenziali che hanno profondamente segnato il sistema delle impugnazioni post iudicatum, dirigendo il focus sui profili problematici (anche pratici) della disciplina, sulle questioni di diritto intertemporale, sugli interrogativi più rilevanti, senza trascurare (e, anzi, a partire dal) le ricadute di ordine sistematico che l'assetto dei rimedi straordinari ha determinato o potrebbe determinare sulla stabilità del giudicato penale.
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