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A partire dalla rivoluzione industriale, le aziende hanno sviluppato la capacità di plasmare la nostra vita quotidiana sia nel bene sia nel male. A fare da contrappeso, lo stato aveva il potere di controllare la loro influenza e i cittadini di scegliere i propri leader. Questo patto si è conservato per centocinquant'anni. Oggi ci troviamo in una nuova ondata della globalizzazione e questo equilibrio sta vacillando pericolosamente. Mentre il mercato viene monopolizzato da poche aziende, che diventano sempre più ciclopiche, negli Usa la linea di confine che separa Walmart dalle sale del Congresso è diventata sottile come un rasoio. È un fenomeno che riguarda tutti i Paesi del mondo, anche l'Italia. È sempre più nell'interesse delle aziende private comportarsi come nazioni - e quindi investire in difesa, contratti esteri, data mining e intelligence. E proprio quando i governi si affannano in negoziati burocratici e infinite trattative diplomatiche, incapaci di intervenire rapidamente sull'assistenza sanitaria e sul cambiamento climatico, la gente comincia a guardare proprio alle aziende, che ostentano l'agilità e la potenza necessarie ad affrontare i grandi problemi del nostro tempo. Alec Ross intreccia interviste con i pensatori più influenti del mondo con storie affascinanti di attivismo aziendale e di malaffare, di fallimenti e rinnovamenti governativi, con modelli economici e politici innovativi da tutto il mondo, per inventare un nuovo contratto sociale, capace di ascoltare i lavoratori e i cittadini di fronte a una rivoluzione globale senza precedenti.
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