€ 12,
99
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Editore:
Adelphi
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Pagine:393
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Curatore:Maccari, Giovanni
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Tipo protezione:Adobe DRM
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Condivisione:Permesso limitato.
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ISBN:
9788845983672
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Ricordi che gettano sugli anni della giovinezza una luce di malinconica vanità o di inquietante presagio; fuggevoli incontri che rimangono impressi «come un che di struggente e d'improbabile: di lunare»; corteggiamenti che altro non sono se non convulsioni d'infelicità e solitudine, matrimoni ridotti a «secchi schianti di disprezzo» e l'intollerabile vuoto lasciato dal disamore; fantasie che prendono improvvisamente corpo diffondendo un odore di morte, inspiegabili visioni notturne di un volto umano librato contro un angolo della stanza e la falla sempre in agguato nel tessuto delle apparenze; esistenze che si trascinano per mera forza di volontà o per assurda scommessa come a un tavolo di «chemin de fer» e il vano tentativo di contrastare il tempo che «reclama con ansia ed angoscia accadimenti»; l'impossibilità di trovare il chiarimento che cerchiamo e la volontà di morte «quale unica possibile dignità, in fondo a ciascun uomo». Sono i motivi fascinosi e allarmanti che subito ci afferrano allorché leggiamo gli elzeviri landolfiani apparsi sul «Corriere della Sera» fra il 1967 e il 1978, e che avrebbero dovuto comporre - se non fosse sopraggiunta la morte dello scrittore - un volume da affiancare a «Un paniere di chiocciole» (1968) e «Del meno» (1978). Beffardi pezzi di prosa, «innocenti raccontini», amari frammenti di memoria ai quali è affidato l'assoluto disincanto di un Landolfi che ormai ritiene occorra «una tal quale dose di follia per raccontare una storia», ma non sa e non può rinunciare all'ultima sua risorsa: la scrittura nella sua chimica, provocatoria purezza.
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