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03/05/2018

SANTI FILIPPO E GIACOMO

Due apostoli festeggiati insieme. Due galilei che hanno trovato “colui del quale hanno scritto Mosè e i profeti”. È con queste parole che Filippo conduce a Gesù l’accigliato Natanaele (Bartolomeo). Filippo è appena citato nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca. Giovanni lo presenta per la prima volta mentre fa il conto di quanto costerebbe sfamare la turba che è al seguito di Gesù. E, più tardi, quando accompagna da Gesù, dopo l’ingresso in Gerusalemme,
alcuni “greci” venuti per la Pasqua: quasi certamente “proseliti dell’ebraismo di origine pagana”. Nell’ultima cena, Filippo è uno di quelli che rivolgono domande ansiose a Gesù. Gli dice: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”,
attirandosi dapprima un rilievo malinconico: “Da tanto tempo sono con voi, e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo?”. E poi arriva, a lui e a tutti, il pieno chiarimento: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”.

Dopo l’ascensione di Gesù, troviamo Filippo con gli altri apostoli e i primi fedeli, allorché viene nominato Mattia al posto del traditore Giuda. Poi non si sa più nulla di lui. Ed ecco Giacomo figlio di Alfeo. È detto “il Minore” per distinguerlo da Giacomo figlio di Zebedeo (e fratello di Andrea) detto “il Maggiore” e da secoli venerato come “Santiago” a Compostela. Da Luca sappiamo che Gesù scelse tra i suoi seguaci dodici uomini “ai quali diede il nome di apostoli”, e tra essi c’è appunto Giacomo di Alfeo, il Minore. Nella prima Lettera ai Corinzi, Paolo dice che Gesù, dopo la resurrezione “apparve a Giacomo e ‘quindi’ a tutti gli apostoli”. Lo chiamano “Giusto” per l’integrità severa della sua vita. Incontra Paolo, già duro persecutore dei cristiani e ora convertito: e lo accoglie con amicizia insieme a Pietro e Giovanni. Poi, al “concilio di Gerusalemme”, invita a “non importunare” i convertiti dal paganesimo con l’imposizione di tante regole tradizionali. Si mette, insomma, sulla linea di Paolo. Dopo il martirio di Giacomo il Maggiore nell’anno 42 e la partenza di Pietro, Giacomo diviene capo della comunità cristiana di Gerusalemme. Ed è l’autore della prima delle Lettere cattoliche del Nuovo Testamento. In essa, si rivolge “alle dodici tribù disperse nel mondo”, ossia ai cristiani di origine ebraica viventi fuori della Palestina. È come un primo esempio di enciclica: sulla preghiera, sulla speranza, sulla carità e inoltre (con espressioni molto energiche) sul dovere della giustizia. Secondo lo storico Eusebio di Cesarea, Giacomo viene ucciso nell’anno 63 durante una sollevazione popolare istigata dal sommo sacerdote Hanan, che per quel delitto sarà poi destituito.