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25/08/2018

San Giuseppe Calasanzio

È prete dal 1583, ha compiuto ottimi studi, ed è assai stimato dai vescovi, che gli danno incarichi d’importanza: tra essi, nel 1592, quello di andare a Roma per certe pratiche con la Santa Sede. È un viaggio di sola andata. Giuseppe Calasanzio durante l’iter delle pratiche fa catechesi e assistenza nei rioni popolari, scoprendo un universo giovanile di miseria e di ignoranza, con la criminalità conseguente. In lui matura un progetto nuovo: salvare i giovani con l’insegnamento della fede e della morale insieme a quello delle scienze umane, in scuole quotidiane e gratuite, con programmi graduati, classi successive, esami. Realizza questo modello novità dopo novità, mentre insegna nella scuola fondata dal parroco di Santa Dorotea in Trastevere, e trasformata, via via da lui, nella prima vera scuola popolare d’Europa (1597). Per risolvere il problema capitale degli insegnanti, con l’approvazione di Paolo V, fonda nel 1617 la Congregazione dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, formata da sacerdoti-educatori, votati alla formazione cristiana e civile dei giovani mediante la scuola. Sono i Padri scolopi, che oggi sono diffusi in oltre venti paesi di quattro continenti. A questo punto, ecco un’esperienza terribile per il fondatore: veder morire la sua opera. E non per mano di nemici della fede: sono uomini di Chiesa, sono anche uomini suoi, coloro che lanciano durissime accuse all’opera e a lui. Denunciato al Sant’Uffizio, spogliato della sua autorità, vede l’Ordine declassato a semplice Congregazione senza voti. Lui fa coraggio ai pochi rimasti, fino alla morte, che lo coglie a novant’anni. Sant’Uffizio o no, i romani lo tengono per santo e Giuseppe sarà canonizzato nel 1767, da Clemente XIII. Ma già da cento anni l’Ordine è risorto, come lu iaveva previsto. Nel 1948, Pio XII lo proclamerà anche patrono di tutte le scuole popolari cristiane del mondo.