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Il pensiero di un'Europa unita è un'idea grande, però non c'è Europa se non ci sono i cittadini. Ecco, abbiamo bisogno di diventare cittadini europei. Di imparare a guardare lontano, perché "Europa", una parola greca, forse significa proprio "occhi grandi". Ma come si fa? Un'Europa dell'economia non basta, un'Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un'Europa dei pensieri, un'Europa della paideia: ci vogliono cittadini che vivono insieme e che si confrontano, in una coscienza plurale e collettiva fatta di molte lingue e diverse culture, ma che sanno anche riconoscere qualche fondamento importante in comune. Proviamo allora a intuire che cosa può essere l'Europa e che cosa significa essere cittadini europei. Per riflettere prenderemo come spunto il concetto espresso in Utopia di Thomas More, che compie ora i suoi cinquecento anni: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea che nasce dopo le due guerre mondiali del '900. Per capire meglio saranno indispensabili i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, che forse possono aiutarci. Se l'Europa unita, per come è costruita oggi, si sta rivelando sempre più un'utopia, forse proprio rimeditare le tensioni ideali che hanno animato gli antichi può spingerci a perseverare in un ideale che sembra sotto scacco.
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