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Rossana, agente immobiliare, viene uccisa da un colpo di pistola alla testa, mentre suo figlio Ludovico resta gravemente ferito da un secondo colpo di arma da fuoco. Dopo di che l'assassino scompare senza lasciare tracce. Durante la sua degenza in ospedale, Ludovico ha tempo di riflettere sulla propria vita, un insieme di scelte sbagliate o di conseguenze non desiderate. Egli non ha mai conosciuto il padre. Rossana, quando era bambino, gli diceva che era morto, ma che lei avrebbe pensato a tutto. Affidato al nonno materno, privato della presenza rassicurante e tradizionale dei genitori, era cresciuto alimentando dentro di sé un vuoto emotivo. Trovare suo padre era diventato il suo chiodo fisso. Un matrimonio infelice, una vita solitaria, un'insoddisfazione di fondo a cui non sa dare un nome. I ricordi feriscono, man mano che l'effetto dell'anestetico svanisce, ancor più del dolore causato dalla pallottola. È soprattutto la figura di Saverio, l'uomo riemerso poco tempo prima dal passato della madre, a tormentarlo. Acquietare i fantasmi è impresa ardua e talvolta per farlo è necessario addentrarsi nelle proprie perversioni.
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