Alfred Hitchcock (nato il 13 agosto 1899 a Leytonstone, in Inghilterra) è una delle figure più importanti e influenti della storia del cinema, in particolare per quanto riguarda il genere thriller (che propone e affronta in modo originale, sostenuto da una ironia tipicamente anglosassone).
Hitchcock è un artista completo, capace di proporre trame forti e complesse, e una gestione della cinepresa innovativa.  
In tutti i suoi film (alzi la mano chi non ha visto almeno uno tra Rebecca, la prima moglie, La finestra sul cortile, L'uomo che sapeva troppo, La donna che visse due volte, Intrigo internazionale, Psyco o Gli uccelli) ci sono degli elementi ricorrenti, una sorta di firma: il "MacGuffin" (detto anche, in italiano, Sarchiapione, un pretesto, anche assurdo, che permette lo svolgimento della trama), la suspense (qualcosa di più lungo e sottile del semplice “spavento” tipico dei film dell’orrore), la sperimentazione cinematografica (basti pensare al montaggio della scena della doccia in Psycho, che si compone di ben settanta inquadrature in soli quarantacinque secondi), la presenza di figure femminili algide e ambigue e i suoi camei (il regista compare qua e là in quasi tutte le sue pellicole).

Dice di sè: "Anche se girassi un film su Cenerentola, il pubblico cercherebbe qualche cadavere nella carrozza".
Chi avrebbe avrebbe il coraggio di contraddirlo?
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