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Editore:
Garzanti
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Collana:Saggi
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Pubblicazione:23/04/2015
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Pagine:160
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Formato:Libro rilegato
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ISBN:
9788811689027
Disponibile a partire da 4 giorno/i
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La vita è un immenso oceano che ci contiene e ci scuote con il continuo movimento delle sue onde, sempre inafferrabile, impossibile da fissare. Ma da dove viene, e quale logica la muove? Vito Mancuso risale alle origini della nascita e dell'evoluzione di questa vita sulla Terra, proponendo una visione della natura che non procede solo per mutazioni casuali e per egoistiche selezioni competitive, ma è soprattutto il frutto di una continua armoniosa aggregazione il cui senso intrinseco è il bene. Da questa visione «drammaticamente ottimista» in cui la nostra esistenza può sussistere solo in relazione con quella degli altri viventi, Mancuso recupera magistralmente la possibilità di una rinnovata analogia tra uomo e mondo. Ne nasce un'etica della nutrizione e dell'ecologia capace di purificare il nostro corpo, meglio proteggere e custodire il pianeta, offrirci criteri per un consapevole esercizio della libertà. In questa prospettiva il valore di un essere umano non dipende da ciò che ha o che sa, ma da quanto riesce a mettersi al servizio di qualcosa di più grande di sé: dalla sua capacità di aprirsi all'altro, di abbracciare, di amare. È la nuova visione del mondo di cui questa vita ha urgente bisogno per tornare a fiorire.
“Questa vita” è una riflessione sull’esistenza. Non del singolo inteso come atomo chiuso in se stesso, ma come essere in relazione con ciò che lo circonda. Ogni uomo, infatti, è legato agli altri, e al mondo in generale. Una relazione antica, senza tempo, retta da una forza invisibile e immateriale che, come la gravità, tiene tutto assieme. Una “continua armoniosa aggregazione”. Una sorta di amore che permea il Creato, e lo indirizza verso il Bene.
In questo senso, prosegue Mancuso, uomo e mondo non sono due linee che scorrono parallele né due realtà legate da un rapporto di subalternità (come se la natura fosse a nostra disposizione e chi se ne frega di quello che succede). E l’uomo diventa tale quando si sposta dal centro dell’universo, scopre l’altro come fine (e mai come mezzo) e smette di pensarsi oceano, diventando goccia.
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