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Questo, tra gli ultimi racconti di Cechov, è considerato il più significativo tra le centinaia di opere di questo genere testuale prodotte da Anton Pavlovic. Nabokov gli ha dedicato un lungo saggio nelle sue celebri lezioni di letteratura russa. Il baratro metaforico del titolo è un baratro morale prima ancora che geografico. Al suo interno, nel paese immaginario di Ukléevo, si consumano nefandezze di vario genere, senza che questo scalfisca la coscienza dei commercianti protagonisti della storia. Profondamente poetico, anche qui come spesso nel Cechov maturo la natura, gli uccelli, il sole, le stagioni, i versi delle rane hanno un valore simbolico sottile.
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