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La luna e i falò (1950), l'ultimo romanzo di Cesare Pavese, è dedicato all'amata Constance Dowling ed è evidentemente intriso di elementi autobiografici. Il protagonista, soprannominato Anguilla, narra in prima persona la propria esistenza e quella di chi gli è accanto. Conoscendo solo la vita nei campi egli sente a quarant'anni la necessità di allargare i propri orizzonti. Viaggiare non lo fa però stare meglio, anzi si convince che la sua vita si sia risolta in un fallimento. La luna del titolo è una sorta di metafora che segna la relazione tra cielo e terra. I falò, accesi di notte durante le feste contadine, rappresentano invece il legame con l'infanzia e l'adolescenza.
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