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Il canto sesto del Purgatorio ha contribuito a fare di Dante un padre della patria e, in epoca risorgimentale, un punto di riferimento nella lotta politica per l'Unità: per la prima volta un poeta, nato a Firenze, condannato all'esilio e vissuto tra comuni in lotta tra loro e piccole corti, invoca un'entità ancora inesistente ma già desiderata - l'Italia di tutti coloro che condividono la discendenza dalla gloriosa Roma e la lingua del «sì». Ora che continue lacerazioni l'hanno consegnata a una miriade di piccoli tiranni e a una curia papale corrotta, ora che la domina è stata ridotta a serva, a nave priva di governante e in balia della tempesta, Dante spera con la sua invettiva di poter cambiare il corso della storia, ponendo un interrogativo valido ancora oggi: quali sono i fondamenti su cui si regge una nazione?
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