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L'Impero della normalità descrive un apparato di relazioni materiali, pratiche sociali e procedure amministrative che emergono dal sistema capitalista. Insieme, questi fattori costruiscono una misura della normalità fisica, cognitiva ed emotiva. Robert Chapman adotta un approccio intersezionale che considera classe, razza, genere, sessualità e disabilità fisica e in questo quadro la neurodiversità diventa una potenza critica che aiuta a costruire una liberazione collettiva. Il testo di Chapman è il prodotto di un assetto economico e sociale che nel tempo ha creato uno standard cognitivo via via più restrittivo, parallelamente all'affermarsi di disuguaglianze economiche sempre maggiori. L'uso del termine "impero" aiuta a sottolineare la connessione tra oppressione neurodivergente, colonialismo e imperialismo. Questo libro colma una lacuna cruciale nel discorso sulla neurodiversità, fornendo una storia profonda dell'invenzione della mente "normale".
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