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Il ruolo che Montaigne assegna all'immaginazione si intreccia agli usi della ragione e si sviluppa come capacità progettuale nella vita e nella storia oltre che come facoltà di creare un vincolo intersoggettivo. Da tali elementi, e dall'analisi dei fenomeni cui essa darebbe luogo, scaturisce la posizione di Montaigne di fronte a magia e stregoneria e, in particolare, il suo giudizio sull'"affaire" Martin Guerre.
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