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Editore:
Il Mulino
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Collana:Contemporanea
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Pubblicazione:29/09/2011
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Pagine:264
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Formato:Libro in brossura
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ISBN:
9788815233097
Disponibile a partire da 4 giorno/i
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I trattati internazionali non riescono più a frenare i crimini di guerra perché i conflitti attuali sono scontri spietati tra belligeranti diseguali che fanno regredire alla barbarie più feroce. Dilagano forme di privatizzazione della guerra (i "famosi" contractors) che si sottraggono a qualsiasi tipo di legge. I diritti umani, poi, sono usati spesso come pretesti per attaccare l'avversario. È talmente antiretorica questa conversazione di Antonio Cassese da mettere a nudo la debolezza del diritto proprio in chi si è speso e si spende tuttora, rischiando in proprio, per affermarlo. Ma in questo paesaggio umano dolente, dove si scandagliano i fondali della nostra convivenza civile, emerge con forza il ruolo decisivo dell'opinione pubblica internazionale: quella che Cassese intende qui risvegliare raccontandoci, con la memoria degli occhi ma anche con la generosità del cuore, gli incontri e gli scontri della sua vita di judge internazionale.
“L’esperienza del male” uscito contemporaneamente alla scomparsa del suo autore, Antonio Cassese,
sembra davvero il testamento lucido e appassionato dell’indimenticabile professore
di diritto internazionale, strenuo sostenitore della necessità di difendere i
diritti umani.
Un libro denso, nel quale le risposte di Cassese a Giorgio Acquaviva rivelano (parafrasando il Piccolo Principe,
citato a questo proposito nel libro) i tratti del “geografo” chino su
documenti, leggi e Trattati e quelli dell’”esploratore” che visita i luoghi
sconvolti dalla violenza, ispeziona le carceri, fa esperienza del male.
Si legge entusiasmo per i diritti umani, ma anche disincanto di fronte all’insufficienza
degli strumenti di tutela; lucidità nel misurare le prerogative dello Stato
Leviatano, ma anche speranza nel progresso e fiducia nelle regole.
Il libro ripercorre la storia del XX secolo, alla luce dei grandi
avvenimenti internazionali: le guerre, i genocidi, il terrorismo. Cassese
affronta il problema del male e affianca ad interrogativi spaventosi a cui non
sente di poter rispondere, il suo lavoro sobrio e attento di giurista e
giudice.
La visione cristiana, pensava Cassese, ha avuto il grande merito storico di
affermare che i diritti umani sono connaturati all' uomo, ma i diritti non sono
biologicamente innati nell’uomo e i popoli devono dotarsi di regole perché tali diritti vengano tutelati in ogni
uomo.
Cassese ci saluta con un libro privo di retorica eppure ricco, un testamento
intelligente e intessuto di esperienza che merita di essere raccolto e
tramandato.
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