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'Arrestati un istante e leggi i nostri nomi. Avevamo vent'anni e siamo caduti in questo monte nella disperata difesa della nostra libertà che ora è anche tua. Ricordaci!'. Questa straziante frase, riportata su di una lastra di marmo posta sul Santuario della Beata Vergine del Bisbino, nei pressi del confine con la Svizzera, ci aiuta a riflettere e a ricordare una delle tante stragi fasciste verificatesi nel nostro Paese all'indomani del fatidico 8 settembre 1943. Era il 28 gennaio 1945, allorquando cadevano sotto il piombo delle Bande Nere della Repubblica Sociale Italiana tre partigiani combattenti, le punte di diamante della gloriosa 52a Brigata Partigiana Garibaldi ed un finanziere, anch'egli partigiano della Brigata Giustizia e Libertà Emanuele Artom. Salvatore Corrias, questo è il nome dell'oscuro finanziere sardo vittima dell'eccidio, più per la sua attività di patriota, morì per aver fattivamente contribuito alla salvezza di centinaia e centinaia di vite umane, molte delle quali in fuga dagli orrori della guerra ma soprattutto dall'assurda caccia all'uomo alla quale erano stati sottoposti da parte dei nazifascisti.
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