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Torino controcanto. Saggio sulla Lettera di Paolo Fossati all'amico collezionista, 1993

Libro di   Gianni Contessi

Torino controcanto. Saggio sulla Lettera di Paolo Fossati all'amico collezionista, 1993 Libro di  Gianni Contessi
€ 12, 00
  • Editore: CELID
  • Pubblicazione:26/08/2020
  • Pagine:64
  • Formato:Libro in brossura
  • ISBN: 9788867891801
Disponibile a partire da 4 giorno/i

Testo di perplessa e, al solito, risentita intelligenza, la Lettera all'amico collezionista, pubblicata quale contributo critico nel catalogo della mostra "Un'avventura internazionale. Torino e le arti 1950-1970" allestita nel Castello di Rivoli nel 1993, è lavoro singolare fra quelli che precedono la morte di Paolo Fossati (1938-1998). Si tratta di un breve ma denso saggio, che il grande critico e storico torinese dell'arte, e soprattutto della critica, indirizza all'amico Sante Prevarin. È lì che Fossati delinea un quadro degli accadimenti secondo un punto di vista dissidente rispetto a quello di due dei tre curatori dell'esposizione, il terzo essendo, paradossalmente lo stesso Fossati. Con sottigliezze dialettiche, ragionamenti ellittici, allusioni colte, filologismi ironici e garbate provocazioni da vero saggista lo studioso, avvalendosi altresì del suo vastissimo e incrociato retroterra culturale, sostanziato da ampie frequentazioni letterarie, da un ruolo dirigenziale nella Casa editrice Einaudi e da un'attività didattica svolta in vari atenei, affianca, ponendo dubbi e interrogazioni, l'intero impianto della mostra e, per conseguenza, anche quello del cospicuo catalogo, ricco di trattazioni articolate. Ne risulta uno degli scritti più lucidi, ma anche sfuggenti di Fossati, un testo di singolare fascino che rintraccia frammenti anche noti delle vicende artistiche torinesi del secondo Novecento per ricomporli secondo schemi e traiettorie altri, imprevedibili, pure. Tutto ciò nella prospettiva della ricostruzione possibile di un capitolo decisivo dell'arte, questa volta italiana, transitata nell'antica capitale, anche esercitando uno sguardo lungo, ben oltre i confini del Theatrum Sabaudiae.

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