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17/07/2018

San Leone IV Papa

Prima di lui c’è stato il finimondo: nell’846, sotto il suo predecessore Sergio II, una spedizione piratesca di saraceni giunta dal mare è piombata su due borghi romani privi di difese, intorno alla basilica vaticana di San Pietro e a quella di San Paolo (detta appunto “fuori le mura”). Massacrate le scarse truppe longobarde del marchese di Spoleto, i predoni hanno portato via tutto, con un saccheggio metodico che non ha risparmiato neppure le porte di San Pietro. Ma sia l’imperatore d’Oriente sia quello d’Occidente non si sono mossi, lasciando Roma sola e indifesa. Morto papa Sergio, ecco succedergli Leone IV, appartenente al clero romano, forse di famiglia longobarda. Appena eletto, s’impegna energicamente a realizzare l’opera difensiva iniziata dal predecessore, e circonda l’area dei borghi con mura e torrioni, creando così la“città leonina”. Nell’849, quando i lavori sono ancora in corso, ecco arrivare un’altra flotta di predoni: ma li affrontano subito, in mare, le navi di Napoli, Gaeta e Amalfi, ora alleate del papa. Una parte dei predoni riesce ugualmente a sbarcare: ma a terra viene rapidamente dispersa da un piccolo esercito, al comando dello stesso Leone IV. È la prima vittoria non bizantina e non carolingia nella penisola; la prima modesta e preziosa vittoria tutta “italiana”. Leone IV è ricordato soprattutto come grande costruttore: ha riedificato l’antica città marittima di Porto e fortificato Civitavecchia, Ostia e Amena (oggi Amelia). In Roma ha ricostruito e rifatto importanti chiese, e altre ne ha innalzate o restaurate fuori dall’Urbe.

È un pastore che per necessità deve farsi anche diplomatico e stratega, ma che non dimentica il suo dovere primario, occupandosi soprattutto di rafforzare la disciplina del clero. A questa necessità dedica infatti due concili particolari: quello di Pavia nell’ 850 e quello di Roma nell’ 853. Verso la fine del pontificato vede giungere dalla Gran Bretagna il re Etelvolfo, sovrano dei sassoni occidentali, che riceve da lui la corona regia in San Pietro, accompagnato dal figlio e futuro successore Alfredo. Il loro soggiorno nell’Urbe dura un anno, ed è un evento provvidenziale per i numerosi sassoni che vi risiedono, e che poco tempo prima hanno perduto le loro case nel famoso “incendio di Borgo”: i due sovrani, infatti, li aiutano generosamente a ricostruirle. A Leone IV accade infine di trovarsi “sotto processo”. Un alto funzionario carolingio, Daniele, lo accusa di tramare contro l’imperatore Ludovico II, e questi allora si precipita a Roma nell’estate dell’ 855, chiamando il pontefice a rispondere pubblicamente di quell’accusa. E pubblicamente Leone risponde, dimostra la propria innocenza, il calunniatore chiede perdono e l’imperatore se ne va. Questa è l’ultima battaglia del papa costruttore, che muore in quella stessa estate, e viene sepolto nella basilica di San Pietro, ora più sicura sotto la protezione delle “mura leonine”.