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28/05/2018

San Germano di Parigi

“Se rivolgi le armi contro tuo fratello, morirai”. Così Germano, vescovo di Parigi, ammonisce il re Sigeberto, in lotta contro il fratello Chilperico. Sigeberto non gli dà retta, vince una battaglia a Vitry, ma poi viene ucciso, con coltelli avvelenati, dai sicari della regina Fredegonda, moglie di Chilperico. In verità, lo aveva sposato dopo averlo reso vedovo della prima moglie.
In tempi così vive Germano, nato ad Autun da famiglia benestante, uomo di buoni studi, sacerdote e poi abate sempre ad Autun, nel monastero di San Sinforiano. L’antica Gallia romana è stata trasformata in Francia (terra dei franchi) dal conquistatore Clodoveo, e alla sua morte nel 511 se la sono divisa i suoi figli, perché negli usi dei franchi il regno è un
patrimonio di famiglia, da spartire tra gli eredi.
Nascono così le lotte tra un regno e l’altro, i massacri tra parenti; una conflittualità che produce dovunque paura e miseria. Germano, nel suo monastero, vede crescere il numero dei poveri denutriti, e per sfamarli è capace anche di far digiunare i monaci. I poveri vengono prima. Nel 555 lo troviamo vescovo di Parigi, capitale di uno dei quattro regni in cui si divide la Francia. È nominato dal re Childeberto. E questo è un segno della confusione tra il potere civile e la sfera ecclesiastica, tipica del momento. Nel 558 o 559, Germano consacra una chiesa dedicata al martire spagnolo Vincenzo (costruita dal re dopo una spedizione in Spagna) con annesso un monastero organizzato come quello di Autun, che assiste anche i poveri e gli infermi del territorio. In quest’opera, Germano è aiutato dal re Childeberto. Il quale tuttavia è colpevole, con i fratelli Clotario e Teodorico, di aver sterminato i figli dell’altro fratello, Clodomiro. Appunto Clotario succede nel 558 a Childeberto, riunendo sotto di sé tutta la Francia, che alla sua morte tornerà a dividersi.