In un gioco di libere associazioni a Winston Churchill (30
novembre 1874) legheremmo, senza ordine e consequenzialità, Guerra Mondiale, sigaro,
scotch whisky, Hitler, Stalin, Roosvelt, humor, marina militare e, su tutto, la
Great Britain di re Giorgio.
Suo padre è un aristocratico; un po’ per gioco, immaginiamo
il classico inglese, con la tazzina da tè e la bombetta e l’ombrello nero
e forse pure le calze bianche. Sua madre, invece, è americana, figlia del
proprietario del New York Times. Churchill è lucido, realista e al tempo stesso ambizioso. Finiti gli studi si reca a Cuba, in India, in Sudan e Sud Africa, e diventa corrispondente di guerra: potrebbe proseguire, dispone del
talento per farlo, tuttavia, alla fine, la
passione politica ha la meglio. Nel 1908 diventa ministro del commercio, nel 1910 dell’interno, nel 1911 primo lord dell’Ammiragliato, una sorta di
ministro della marina militare. Nel periodo che va dalla Prima alla
Seconda Guerra Mondiale la sua carriera politica vive alti e bassi,
tanto che per tre volte resta fuori dal Parlamento. Quando, però, nel settembre
1939 l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania nazionalsocialista, le cose cambiano, e nel 1940
succede a Lord Chamberlain nel ruolo di primo ministro.Churchill è capace, determinato. Stringe un rapporto privilegiato con Roosvelt e gli
Stati Uniti, parla di “grande alleanza”, fa del mondo anglosassone il fondamento della sua politica. Ma guarda
oltre: prende contatto con le forze e i governi che si oppongono a Hitler e al
suo folle disegno, e diventa un riferimento del fronte Alleato. E
uno dei vincitori. Quando Roosevelt e Stalin si ritrovano a Yalta per decidere il nuovo
ordine mondiale, siede tra loro e partecipa alla "spartizione".
Nonostante la vittoria militare, l'ammirazione e il consenso popolare di cui gode, perde, a sorpresa, le elezioni del 1945. E' un duro colpo, al quale Churcill risponde con la solita determinazione: dal 1951 al 1955 è di nuovo primo ministro. L'età e i problemi di salute, però, lo inducono a ritirarsi. Scrive saggi e resoconti storici (che nel 1953 gli valgono
il premio Nobel per la Letteratura). Quando, il 24 gennaio 1965, si spegne, la regina Elisabetta gli concede i funerali di Stato.