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RICORRENZA DEL GIORNO

07/08/2013

Un equilibrista nel cielo di N.Y. (1974)

Philippe nasce il 13 agosto 1949 a Nemours, un piccolo comune nel nord della Francia. Ha un carattere vivace, vitale: studia magia, equitazione, pittura, falegnameria, arrampicata; viene espulso dalla scuola (più e più volte) e, quando ne combina una delle sue (più e più volte), fugge via in monociclo. Così, a diciotto anni è quasi inevitabile: diventa un artista di strada. E, con il tempo, si specializza: tende una corda tra due appigli e cammina sospeso nell’aria; diventa un equilibrista.
La prima impresa è a Parigi, a Notre-Dame, nel 1971: fissa il cavo ai due campanili della cattedrale e cammina nel vuoto, sopra decine e decine di persone con il naso all’insù. Quando torna a terra, lo arrestano con l’accusa di turbativa dell’ordine pubblico. È solo l’inizio: Sydney, le cascate di Peterson e del Niagra, New Orleans…  Philippe arriva, senza farsi notare e senza permessi, fissa la corda, sale, cammina; e quando torna a terra, la polizia lo attende. L’impresa più folle, rischiosa e importante, però, è senza dubbio la traversata delle Twin Towers, il 7 agosto 1974.
Philippe comincia a immaginarsele quando le vede in foto, in una rivista. Per mesi, le studia, fa progetti, prepara il “colpo”: il giorno della traversata, si arrampica di nascosto sui grandi edifici in costruzione, tende il filo, lo assicura e per quaranta minuti fa avanti e indeitro sul filo, a circa quattrocento metri di altezza.
I newyorkesi guardano quel piccolo puntino nero con il fiato sospeso. Quando scende, la polizia è costretto ad arrestarlo; la pena, però, è lieve: Philippe ha l’obbligo di esibirsi per i bambini di Central Park.
È l’inizio di un mito.
A chi gli chiede perché, Petit non risponde (sarebbe come chiedere a un pittore perché dipinge e a un musicista perché suona); dice solo: “I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni”.