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RICORRENZA DEL GIORNO

10/09/2013

Ugo Foscolo

Ugo Foscolo (6 febbraio 1778 - 10 settembre 1827) è stato uno dei più grandi poeti e scrittori italiani. A cavallo di due epoche e due visioni di mondo (l'illuminismo settecentesco e il romanticismo ottocentesco), è l'emblema del dissidio e della lacerazione interiore. Suggestionato dalle idee materialistiche, e lontano dalla religione, è certo del "nulla eterno". Questo, però, genera un profondo turbamento interiore.
Qual è il senso dell'esistenza?
Foscolo trova ispirazione negli ideali classici e dà vita ad una personale "religione delle illusioni", nella quale l'uomo è sostenuto da alcuni valori, a suo dire, insopprimibili: la patria (l'Italia ma anche Zante, l'isola greca in cui nacque), l'amore, la poesia, la libertà, la bellezza, l'arte. E, infine, il sepolcro, che per Foscolo diventa il simbolo di una poesia eternatrice.
Il suo legame con l'estetica neoclassica è molto intenso e il ricorso alla mitologia greca e agli ideali di armonia e compostezza è evidente soprattutto nelle prime opere (Le Grazie). L'atteggiamento, però, è quello del vagheggiamento, della ricerca inquieta e mai paga. Nello spirito Foscolo è un vero romantico.

Il sonetto "Alla sera" esprime pienamente le due anime dell'autore.
Il lessico, alto, aulico e poetico, asseconda una forma neoclassica. Il contenuto, invece, vibra di impressioni romantiche. Il turbamento, invece, è universale, semplicemente umano.

Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,


E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme


Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.