Thomass Mann è uno degli autori più importanti, profondi e influenti del secolo scorso.
Di origini borghesi, nel 1895 lascia il lavoro di assicuratore e si dedica pienamente alla scrittura. La sua opera prima è ll piccolo signor Friedemann, ma è con I Buddenbrook, pubblicato nel 1901, che ottiene il primo grande successo (che gli vale il premio Nobel per la Letteratura nel 1929).
Nel 1933, tiene una lezione all’Università di Monaco nella quale critica i legami tra nazismo e arte. È evidente: non può più vivere in Germania; si sposta, emigra prima in Svizzera, poi negli Stati Uniti. Infine, nel 1952 torna in Europa, non in Germania (nonostante sia proposto come primo presidente della neonata Repubblica) bensì in Svizzera, nei pressi di Zurigo, dove muore il 12 agosto 1955. 
Tra le sue opera, oltre i già citati Buddendrook, è doveroso ricordare i racconti Tonio Kroger  (1903) e La morte a Venezia (1912), Cane e padrone (1918), la tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli (tratta dalla Genesi, alla quale lavora per una quindicina di anni) e, soprattutto, La montagna incantata (1924), senza dubbio una delle opere più significative del Novecento. 



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