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RICORRENZA DEL GIORNO

31/10/2013

Siamo in sette miliardi (2011)

Ok. Non sarà un dato preciso-preciso, certo e sicuro nei minimi particolari. Non può esserlo, perché, per fortuna, cambia di continuo, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Fatto sta che l’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, il 31 ottobre 2011 pubblica il rapporto “Il mondo a 7 miliardi: le persone e le opportunità” in cui, appunto, sanziona che la popolazione mondiale ha toccato i sette miliardi di abitanti.
Alcuni dati:
-siamo un miliardo in più rispetto a tredici anni fa, sei miliardi rispetto all’Ottocento
-l’ Asia, l’Africa e l’America Latina, dove, pure, le condizioni di vita sono peggiori, guidano la “volata”. L’Europa e l’America del Nord continuano a invecchiare
-i fenomeni migratori, tra paese e paese e tra continente e continente, sono in costante aumento
-le aree urbane si espandono, con le conseguenti ricadute a livello ambientale
-i giovani sotto i venticinque anni costituiscono il quarantatre per cento della popolazione mondiale. In alcuni paesi raggiungono addirittura il sessanta per cento
-nel 2050 la popolazione del pianeta raggiungerà i 9,3 miliardi di persone
La crescita è un fenomeno recente, che nasce da una serie di concause (rivoluzione industriale, riduzione della mortalità, miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie eccetera). Può fare paura. Può essere una sfida. È un’occasione, un’opportunità, che solleva inevitabilmente molte questioni: come si può assicurare un livello di vita dignitoso? Come si difendono le risorse del pianeta? Come si governano i flussi migratori? Come si garantisce un livello educativo sufficiente? Come si può gestire?
Dice Osotimehin, il direttore esecutivo dell’Unfpa:  “Le dimensioni record della popolazione si possono considerare un successo per l'umanità: gli esseri umani vivono più a lungo, e in migliori condizioni di salute […]. Ma non tutti hanno potuto approfittare di questi successi, o della migliore qualità della vita che questo implica. Grandi disparità sussistono tra un paese e un altro, o all'interno di una stessa nazione. E persistono anche le condizioni di disparità di diritti e di opportunità tra uomini e donne, tra bambine e bambini […]. Tracciare oggi il cammino verso uno sviluppo che promuova l'uguaglianza, anziché rafforzare le disuguaglianze, è più importante che mai".