Girolamo Savonarola nasce a Ferrara il 21 settembre 1452. Intorno ai vent’anni abbandona gli studi, entra nel convento di san Domenico a Bologna e nel 1476 riceve l’ordinazione sacerdotale, divenendo in breve una figura di riferimento all’interno dell’ordine domenicano. Le sue predicazioni celebrano i precetti cristiani e, al tempo stesso, si abbattono contro la corruzione e la decadenza morale della società e della Chiesa.
Con la cacciata dei Medici da Firenze da parte di Carlo VIII di Francia, assume un’autorità civile che esercita con severità e coraggio, riformando l’ordinamento civile e fiscale e coinvolgendo le classi tradizionalmente escluse. Le sue predicazioni sono infiammanti, il suo rigore rasenta il fanatismo (in questo senso sono esemplari i “roghi della vanità”, durante i quali brucia libri, abiti e manufatti contrari, a suo dire, all’autentico spirito cristiano).
I tentativi di alleanza con Carlo VIII, nemico di papa Alessandro VI, gli valgono la scomunica. Alla quale ribatte accusandolo di indegnità. Non serve. Nel 1498 è arrestato, processato, impiccato e bruciato come eretico e scissionista. Muore solo. Fiero. Temuto. Rispettato.