RICORRENZA DEL GIORNO
27/08/2013
Le Corbusier (06/10/1887 - 27/08/1965)
L'architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce.
L'architettura è un fatto d'arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su: l'Architettura è per commuovere.
(Le Corbusier, "Verso una architettura", Longanesi)
Straordinario genio creativo, Charles-Edouard Jeanneret, noto con il nome d'arte di Le Corbusier, è il più influente rappresentante del Movimento Moderno in architettura.
Le Corbusier nasce in Svizzera, studia per un periodo a Vienna, lavora a Berlino, viaggia in Italia, ma è la Francia la sua patria e il luogo della ricerca e delle più importanti opere.
Pittore, scultore, scrittore, ma soprattutto architetto, Le Corbusier ha una lunga e multiforme attività suddivisibile in tre grandi periodi: la fase di studio e di ricerca, dagli inizi del '900 al 1919, quando l'architetto si trasferisce a Parigi; la fase del “razionalismo”, condotta attraverso le polemiche e le battaglie degli anni tra il 1920 e il 1939; un'ultima fase, dopo la parentesi bellica, dal 1945 alla morte, di grandi realizzazioni e di mutamenti stilistici.
La sua prima attività di ricerca è caratterizzata da prevalenti interessi urbanistici e da una forte spinta utopica da
un lato (1922: piano per una città di 3 milioni di abitanti; 1925:
primo progetto per il Plan Voisin di Parigi, concepito come insieme di
grattacieli cruciformi in mezzo al verde ricavato dalla demolizione del
centro storico della città), e dall'altro dalla ricerca di un rigoroso metodo di progettazione, basato sui principi teorici e tecnici formulati in Vers une architecture
(1923). Tali principi costituirono un codice per l'architettura di
avanguardia tra le due guerre e rappresentano i teoremi intorno ai
quali, dai CIAM (congressi internazionali di architettura moderna,
1928-1959) fino ad oggi, continua ad articolarsi il dibattito sul
razionalismo.
La sua infaticabile sperimentazione, nel tempo marcata da profonde
contraddizioni, ma anche da singolari capacità di rinnovamento formale,
si esprime attraverso una varietà di linguaggi plastici, come
testimoniano ville La Roche-Jeanneret e ville Savoye (1929/31); "l'unite d'abitation" di Marsiglia (1947/52), La Cappella di Notre-Dame-Du-Haut sulla collina che domina la borgata di Ronchamp (1950/54) e il convento dei domenicani de La Tourette.
Difficile riassumere i 60 anni di attività di Le Corbusier: senza dubbio
vanno assunti a nucleo rappresentativo di un'intera fase di produzione
del pensiero, non solo dell'architettura, ma di tutta la cultura
europea, con le sue contraddizioni e lacerazioni interne.
"Verso una Architettura" di Le Corbusier è il libro d'architettura
più importante della prima metà del secolo scorso, un manifesto in cui
il maestro sostiene che l'impegno nel rinnovamento dell'architettura può sostituire la rivoluzione politica, può realizzare la giustizia sociale.
Nel libro sono descritti tre dei "cinque punti di una nuova
architettura" applicati in una delle opere più importanti del
razionalismo architettonico, villa Savoye a Poissy del 1929. Si tratta
dei pilotis, dei tetti-giardino e della finestra a nastro. A questi tre
elementi si aggiungeranno, qualche anno dopo la pubblicazione del libro,
la facciata libera e la pianta libera.
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