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RICORRENZA DEL GIORNO

04/08/2013

Pellegrino Artusi (1820)

Pellegrino Artusi nasce il 4 agosto 1820 a Forlimpopoli, in Provincia di Forlì-Cesena (da sempre patria del buon cibo e, perché no? del buon vino). Fa parte di una famiglia benestante (il padre ha una drogheria) e numerosa (sono in dodici fratelli).
La notte del 25 gennaio 1851 la loro vita è scossa da un terribile evento: la banda del Passatore, celebre e temuto brigante dell’epoca, irrompe in casa, ruba denaro e oggetti di valore, e violenta la sorella di Pellegrino, Gertrude, che, per lo shock, impazzisce e viene internata in manicomio. La famiglia, colpita anche economicamente, si trasferisce a Firenze, dove poco più che trentenne Pellegrino si  dedica all’attività commerciale.
Grazie alle sue capacità, e ai successi ottenuti, nel 1865 l’Artusi abbandona il commercio e si dedica a tempo pieno alle sue passioni, la letteratura e la gastronomia.
Dopo due libri pubblicati a suo spese e con scarso successo (una biografia di Foscolo e “Osservazioni a 30 lettere dei Giusti”), nel 1981 esce La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene: un successo, il libro di ricette più popolare e letto sulla cucina italiana.  
Artusi viaggia, gira l’Italia e, in compagnia dei cuochi servitori, Francesco Ruffilli e Marietta Sabatini, mangia, sperimenta, assaggia. Raccoglie 790 ricette (dagli antipasti, detti “pincipii”, ai liquori, passando per minestre, paste, secondi e dolci), le organizza, le commenta. Sviluppa un approccio ironico (lasciando spazio ad aneddoti e commenti) e didattico (“con questo manuale pratico”, scrive, “basta si sappia tenere un mestolo in mano”). Soprattutto, dà dignità alla cucina casalinga, recupera le tradizioni regionali e dà forma e sostanza all’idea di “Italia gastronomica”, come realtà unitaria in formazione.