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RICORRENZA DEL GIORNO

12/11/2013

Nadia Comaneci

“14”, l’età.
“10”, il punteggio.
La vita di Nadia Comaneci è indissolubilmente legata a questi due numeri.
Nata il 12 novembre 1961 a Onesti, in Romania, comincia a praticare la ginnastica a soli tre anni. Ci si dedica con passione e disciplina, e nei primi anni Settanta vince i primi titoli a livello juniores. Ai campionati europei del ’75, in Norvegia, vince a sorpresa il titolo all-around e in tutti gli attrezzi, a eccezione del corpo libero, sbaragliando la concorrenza. Nel 1976, a soli quattordici anni, Nadia prende parte alle Olimpiadi di Montreal e ne diventa la regina indiscussa: è leggera, agile, si muove con grazia e una determinazione fuori dal comune. Al termine  delle tre gare (individuale, parallele, trave) alle quali partecipa, i giudici le assegnano per sette volte il punteggio perfetto, dieci: nessun atleta aveva mai ottenuto tanto. I computer vanno in tilt, non contemplano la doppia cifra. Non sanno esprimere tanta bellezza.
Nel corso della sua breve carriera Nadia ottiene cinque oro, tre argento e un bronzo olimpici, due oro e due argento ai mondiali, nove oro, due argento e un bronzo agli europei.
A soli ventitreenni, la “farfalla” si ritira. Il regime di Ceausescu tenta di impossessarsi della sua immagine: la coccola, la premia, la corteggia. La mostra al mondo. Nadia, poco più che bambina o forse già terribilmente invecchiata, diventa l’amante di Nicu, figlio del dittatore, dal quale subisce violenze e pressioni fisiche e psicologiche. Dura poco. Un mese prima della caduta del regime di Ceausescu, fugge negli Stati Uniti e prende la cittadinanza. Ed è finalmente libera di vivere un’esistenza normale.