2 aprile 1982.
Uno sparuto distaccamento di Royal Marines è costretto alla resa, l’Union Jack, la bandiera inglese, viene ammainata. Le Falkland (in spagnolo Malvinas), duecento isole e isolotti nell’Atlantico del Sud, annesse alla Gran Bretagna nel 1833 e abitate da inglesi, diventano argentine. Sono un terreno povero, roccioso, senza grandi potenzialità. Eppure diventano l’oggetto di una contesa che coinvolge due delle più grandi nazioni del Pianeta.
La giunta militare al potere in Argentina è in difficoltà; il generale Galtieri, a capo del governo, è alle prese una crisi economica senza precedenti e una tensione sociale sempre più forte. Il nazionalismo è l’unica arma a sua disposizione. Il 2 aprile, appunto, la Marina Argentina sbarca sulle Falkland e issa la bandiera: è la prima vera azione offensiva.
La Corona inglese non ci sta. Il primo ministro inglese, Margaret Tatcher, soprannominata “Lady di Ferro”, reagisce immediatamente: il 5 aprile salpa l’armata navale, il 25 sbarcano sulle isole i primi soldati, l'1 maggio gli aerei di Sua Maestà bombardano il porto della capitale, Port Stanley.
Si combatte.
Dopo mesi di scontri duri e sanguinosi, il 14 giugno il generale inglese Moore legge il seguente bollettino: “Oggi 14 giugno 1982 a Port Stanley il generale Mendez si è arreso con tutte le forze argentine. Le isole Falkland sono di nuovo sotto il governo desiderato dai loro abitanti. God save the Queen”.