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RICORRENZA DEL GIORNO

05/06/2013

La Guerra dei Sei Giorni (1967)

La Guerra dei Sei Giorni è un evento fondamentale e fondante della storia contemporanea, che segna e condiziona tuttora l’area mediorientale e, di conseguenza, tutto il mondo; è una ferita aperta che nessun uomo, Stato e istituzione può ignorare.
È il 1956.
L’Egitto, sostenuto dall’Unione Sovietica, si oppone con successo all’occupazione militare del Canale di Suez da parte di Francia, Inghilterra e Israele.
L’anno successivo l’ONU schiera le sue truppe nella penisola del Sinai.
Seguono anni tranquilli. Tuttavia, al di là delle apparenze, al di sotto della pace forzata, la tensione si alimenta di incursioni in territorio nemico, minacce e provocazioni.
È il 1967. 
Nasser, presidente egiziano, contando sul sostegno dei paesi dell’area, chiude il golfo di Aqaba, passaggio strategicamente cruciale per le navi israeliani.
È la goccia che fa traboccare il vaso, il casus belli.
Israele attacca, è una guerra preventiva
: bombarda, annientando, l'aviazione egiziana, e muove le truppe via terra.
Bastano sei giorni, è una vittoria schiacciante. Le Nazioni Unite, su espressa richiesta dell'Unione Sovietica, impongono un armistizio. Al termine delle ostilità, Israele, che sottrae la penisola del Sinai e le striscia di Gaza all’Egitto, le alture del Golan alla Siria e la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania, quadruplica la propria estensione.
Ancora oggi, queste terre sono oggetto di tensioni, frustrazioni e contesa. E chiamano in causa non solo i paesi dell’area ma tutte le forze che occupano lo scacchiere internazionali.