È il 7 giugno 1984.
Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, parla a un comizio in piazza della Frutta, a Padova.
Mentre lo fa, è colpito da un ictus. Ma continua, va avanti, arriva alla fine del discorso.
Al rientro in albergo, si addormenta, entra in coma.
Quattro giorni più tardi, l’11 giugno, muore.
Ora, non importa come la pensiamo né da che parte stiamo. In questi casi, la politica viene dopo.
Qui contano la voce, i silenzi, le suppliche del pubblico. Contano l'espressione di Berlinguer, il sudore, il fazzoletto che copre la bocca. Il corpo che dice "basta", la testa che dice "ancora". Conta l'uomo, l'umanità che trasmette. Quello che ha lasciato. Quello che abbiamo perso.