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RICORRENZA DEL GIORNO

05/02/2014

L'Italrugby

Il rugby è uno sport particolare.
Prima di tutto, si gioca con una palla ovale, praticamente impossibile da controllare. 
In secondo luogo, la meta (il gol) non è mai una questione individuale. Anzi, il rugby è propriamente “lo sport dove si avanza verso la meta passando indietro la palla": la squadra si muove assieme, è un blocco solidale nel quale il singolo esprime la sua unicità.
In terzo luogo, insegna il rispetto delle regole (è un’attività pericolosa, non sono concesse eccezioni – che potrebbero causare traumi e danni anche molto seri) e dell’autorità (l’arbitro non può essere contestato in alcun modo, e spiega le decisioni al microfono, a tutto lo stadio: pensate a cosa accadrebbe negli stadi in cui si gioca a calcio…). 
Infine, come dimenticare il “terzo tempo”: dopo essersi “pestati” per ottanta minuti, gli avversari si ritrovano per commentare la partita, condividere una passione e, perché no?, una birra gelata. 
Ne parliamo oggi perché esattamente quattordici anni fa, il 5 febbraio del 2000, l’Italia ha esordito nel Sei Nazioni, il torneo più prestigioso del mondo. Da allora ha vinto il Cucchiaio di legno (il premio per l’ultima classificata) ben nove volte e il Whitewash (che celebra – si fa per dire – la squadra che perde tutti gli incontri) quattro volte. Ma la strada è lunga, il campo largo e il rugby insegna ad affrontarlo con coraggio e lealtà, senza mai rinunciare.