San Paolo Store

RICORRENZA DEL GIORNO

20/10/2013

L'ETA rinuncia alla lotta armata (2011)

L’ETA, acronimo di Euskadi Ta Askatasuna, “Paese basco e libertà”, nasce nel 1958 come associazione studentesca clandestina; l’obiettivo perseguito è l’indipendenza della “nazione basca”.
Il passaggio alla lotta armata avviene a  metà degli anni Sessanta, ma la svolta vera e propria si ha il 20 dicembre 1970 con l’assassino di Luis Carrero Blanco, capo del governo, successore designato del generale Franco e forte oppositore dell’autonomismo. È un attentato spettacolare, l’esplosione scaraventa la macchina su cui viaggia con l’autista e l’agente della scorta a quaranta metri di altezza. E, soprattutto, è  l’inizio di una spirale di violenza che durerà una cinquanta d’anni e causerà più di ottocento morti e migliaia di feriti.  
Gli etarras, i militanti, lottano contro la monarchia spagnola e in favore di un presunto Stato basco, l’Euskal Herria (che comprenderebbe le tre province basche - Gipuzkoa, Bizkaia, Araba -, la comunità autonoma di Navarra e le tre province del sud ovest della Francia - Lapurdi, Bassa Navarra e Zuberoa); rivendicano un’appartenenza comune, una storia comune e una lingua comune, estranea alla radice indeuropea.
In un mondo che sembra andare nella direzione opposta, verso il superamento dei confini e dei nazionalismi, il 20 ottobre 2011, in una "scenografica" conferenza stampa, i responsabili dell’ETA annunciano la “storica opportunità per trovare una soluzione democratica al conflitto politico vecchio di secoli […]. E' tempo di guardare al futuro con speranza. È anche tempo di agire con responsabilità e coraggio […]. Quindi, ETA ha deciso la definitiva cessazione delle sue attività armate”.
Al di là delle motivazioni, è un passo in avanti. Il mondo spera sia definitivo. E non sia l'unico.