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RICORRENZA DEL GIORNO

07/07/2013

L'attentato a Londra (2005)

In genere, funziona così: quando subisci un trauma, appena ti rimetti in piedi, provi a rimuoverlo, a metterlo tra parentesi, a prendere le distanze. Vale per il singolo, vale per la collettività. È una reazione umana, comprensibile. È una sorta di auto-difesa: se la lasci libera, la paura piano piano ti mangia, ti paralizza. Diventa un peso, diventa un muro che non riesci a superare. E allora non ci pensi, fai come se non fosse vero.
È successo, però. E niente sarò come prima.
Londra, otto anni fa: una serie di esplosioni kamikaze (tre sulla metropolitana, una su un autobus a due piani) causano la morte di 55 persone e il ferimento di 700.
L’attentato, riconducibile alla galassia fondamentalista di Al-Qaida, rigetta l’Europa nel panico. Il ricordo corre a Madrid (11 marzo 2004: una serie di attacchi simultanei colpisce il sistema dei treni locali causando 191 vittime e oltre 2000 feriti), e ancora prima a New York (11 settembre 2001: l’attacco alle Torri Gemelle).
Solo la determinazione, l’amore per la vita, la fede e la speranza permettono di andare avanti; di non restare impantanati in un passato (in alcuni casi) tragico e in un presente (basta pensare all'attentato alla maratona di Boston di questo aprile) ancora minaccioso.