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RICORRENZA DEL GIORNO

29/08/2013

L'assassinio di Libero Grassi (1991)

Libero Grassi nasce a Catania il 19 luglio 1924 da una famiglia antifascista: il nome, l'aggettivo come dice lui stesso, è scelto in onore di Giacomo Matteotti, martire per la libertà sotto il regime mussoliniano. Nel 1942 si sposta a Roma, dove si iscrive a Scienze Politiche ed entra in Seminario. In seguito alla Liberazione, torna in Sicilia e prosegue gli studi presso l’Università di Giurisprudenza di Palermo. Dopo una parentesi imprenditoriale in Lombardia, a Gallarate, torna a Palermo e apre uno stabilimento tessile, la SIGMA, che diventa la terza azienda leader nel settore.
In questi anni, Cosa Nostra lo avvicina, pretende il pagamento del pizzo. Grasso rifiuta, si oppone. La mafia alza il tiro: minaccia, intimidisce; non dà tregua. Grasso sa di rischiare, non ha paura: va in televisione, denuncia i propri estortori. Non si ferma anche se le organizzazioni degli imprenditori lo lasciano solo, lo criticano pure.
Il 10 gennaio 1991, pochi mesi prima di essere freddato da un colpo di pistola alla schiena (il 29 agosto), scrive una lettera al "Giornale di Sicilia":
Caro estortore,
Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al 'Geometra Anzalone' e diremo no a tutti quelli come lui".