Mustafa Kemal, noto come Ataturk, “padre dei turchi”, non è stato solo un politico o un militare, ma molto di più. È stato il fondatore e il primo presidente della Repubblica Turca, nata nel 1923 sulle ceneri dell'Impero Ottomano.
Nato a Salonicco il 19 maggio 1880, prende parte alla Prima Guerra Mondiale e guida la reazione contro i greci (1919-1922), in seguito alla quale la Turchia riguadagna l’unità e l’indipendenza. Nel 1922 depone il sultano Maometto VI e nel 1923 fonda la Repubblica, dando il via a una serie di riforme radicali dirette alla laicizzazione (e all’occidentalizzazione) dello Stato: l’abolizione del sultanato ottomano e del diritto canonico islamico, l’istituzione del suffragio universale, la promozione della parità tra i sessi, l’adozione dell’alfabeto latino e del calendario gregoriano. Lo fa con piglio autoritario, che non conduce a un approdo democratico.
Rimane a capo dello Stato da lui fondato fino al 10 novembre 1938, giorno della morte. Lascia un’eredità controversa e quanto mai attuale, rappresentando un possibile sbocco dei movimenti che percorrono il mondo musulmano.