Prima c’è stato il bisogno di lasciare un segno, una traccia del nostro cammino. Poi quello di raccontare. Di spiegare i fatti della storia. Di rappresentare ciò che li fonda e li trascende. E, ancora, la necessità di dare forma al bello. Di dargli un canone, una misura. Di riprodurre il reale per quello che è e per le impressioni che produce. L’arte ha seguito strade e percorsi imprevisti e imprevedibili. L’opera di Joan Mirò (20 aprile 1893 - 25 dicembre 1983) rappresenta una delle sue declinazioni più innovative: la realtà scompare dalla tela o, meglio, prende le forme e i colori delle sue fantasie e delle sue emozioni: “Un innocente con il sorriso sulle labbra”, dice di lui Jacques Prévert, “che passeggia nel giardino dei suoi sogni”.