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RICORRENZA DEL GIORNO

25/07/2013

Jack London e la corsa all'oro (1897)

John Griffith Chaney, meglio noto come Jack London, non è mai stato un tipo “regolare”, e, vista l’infanzia, non deve stupire. Il nonno materno era un inventore mentre il padre, che lo aveva abbandonato quando non aveva neppure un anno, era un astrologo di origini irlandesi. Jack crebbe con la madre, spiritista convinta, e il suo nuovo uomo, un vedovo con due figli a carico, trascorrendo gran parte delle giornate sui moli di Okland e nella baia di San Francisco, in compagnia di "gente poco raccomandabile”. E lavorando: strillone di giornali, cacciatore di foche, pescatore di ostriche, corrispondente di guerra... non si tirava indietro di fronte a niente. Nel 1897 si iscrisse all’Università della California, che, però, fu costretto ad abbandonare per problemi economici. Il 25 luglio dello stesso anno partì per prendere parte alla corsa all’oro del Klondike (un fiume nel Canada nord-occidentale): decine e decine di uomini, provenienti da ogni parte del mondo e classe sociale, lasciavano case e famiglie per buttarsi alla ricerca del metallo pregiato. Fu in quegli anni che London scoprì la scrittura e che la scrittura, piano piano, divenne la sua principale occupazione: nella sua breve vita (è morto a quarant’anni in circostanze poco chiare) ha scritto oltre cinquanta volumi, divenendo uno delle figure più orignali e vitali della letteratura americana.