RICORRENZA DEL GIORNO
26/03/2014
Il trattato di schengen
Il Trattato di Schengen stabilisce la soppressione dei controlli doganali tra i paesi membri dell’Unione Europea: per passare da una nazione all’altra non è più necessario mostrare il passaporto o sottostare a controlli. L’Europa, in qualche modo, abbatte le frontiere, avvicina i popoli, le tradizioni e le culture; aspira a diventare una realtà unitaria, sul modello degli Stati Uniti d'America.
Mentre l'Ucraina bussa alla sua porta, il gigante russo rialza la testa e gli USA devono fare i conti con le nuove super-potenze, partire dalla Cina, l'Europa si muove con lentezza, incerta e soprattutto incompiuta. Ed è questo lo scacco fondamentale, ciò che segna il suo destino:
"L’Europa - Cos’è propriamente? […] Dove comincia, dove finisce? Perché ad esempio la Siberia non appartiene all’Europa, sebbene essa sia abitata anche da europei, la cui modalità di pensare e di vivere è inoltre del tutto europea? [...] L’Europa non è un continente nettamente afferrabile in termini geografici, ma è invece un concetto culturale e storico. L’Europa, per sopravvivere, ha bisogno di una nuova - certamente critica e umile - accettazione di se stessa, se essa vuole davvero sopravvivere. La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere senza costanti in comune, senza punti di orientamento a partire dai valori propri. Essa sicuramente non può sussistere senza rispetto di ciò che è sacro. Di essa fa parte l’andare incontro con rispetto agli elementi sacri dell’altro, ma questo lo possiamo fare solamente se il sacro, Dio, non è estraneo a noi stessi. Certo, noi possiamo e dobbiamo imparare da ciò che è sacro per gli altri, ma proprio davanti agli altri e per gli altri è nostro dovere nutrire in noi stessi il rispetto davanti a ciò che è sacro e mostrare il volto di Dio che ci è apparso [...]. Come andranno le cose in Europa in futuro non lo sappiamo […] Il destino di una società dipende sempre da minoranze creative. I cristiani credenti dovrebbero concepire se stessi come una tale minoranza creativa e contribuire a che l’Europa riacquisti nuovamente il meglio della sua eredità e sia così a servizio dell’intera umanità. (Jospeh Ratzinger, papa emerito, maggio 2004)
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