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RICORRENZA DEL GIORNO

08/09/2013

Il proclama Badoglio

Alle ore 19.42 dell’8 settembre 1943 il maresciallo Pietro Badoglio, nominato Capo del Governo il 25 luglio 1943 da Vittorio Emanuele II, prende parola all’EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, che per un ventennio era stato megafono del regime) e annuncia l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, firmato cinque giorni prima, con il quale il Regno d’Italia cessa le ostilità contro gli Alleati:  il governo italiano, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze anglo-americane. E la richiesta è stata accolta. In realtà non si tratta di un semplice armistizio, ma di una resa incondizionata.
Il Paese, però, reagisce in modo scomposto. L’esercito, senza ordini e direttive chiare e certe, sbanda. Alcuni soldati restano fedeli ai vecchi alleati, altri salutano la fine delle ostilità, prendendo disordinatamente la via di casa, alcuni, infine, si riorganizzano dando vita ai primi movimenti partigiani. Re Vittorio Emanuele II e Badoglio? Si muovono verso Sud, in fuga da Roma occupata dai tedeschi. Ma questa è già  un'altra Storia...