La stragrande maggioranza di noi se lo ricorda bene, i nostri bambini non pensano nemmeno potesse esistere: un mondo in bianco e nero, quello della TV. Una miriade di immagini passava sullo schermo e i colori si potevano solo immaginare. Eppure già nel lontano 1938 venne adottato un principio di compatibilità in base al quale i futuri programmi televisivi sarebbero stati visibili non solo su apparecchi in bianco e nero, ma anche su quelli in grado di riprodurre il colore proiettando, verso un futuro ormai prossimo, quello che sembrava essere solo una magia. Negli Stati Uniti degli anni ’40 si ebbero i primi esperimenti di trasmissione a colori, esperimenti che rimasero tali siano alla messa a punto, nel 1953, dello standard NTSC (National Television System Commitee), che permise di mandare in onda trasmissioni regolari solo 4 anni dopo. In Italia si iniziò a parlare di televisione a colori nel 1961, anno di nascita del Secondo Canale, con le prime coloratissime prove di immagini statiche con sottofondo musicale. Poi, come per magia, il 1 febbraio 1977, lo schermo si colorò, ma solo dei pochissimi fortunati che ebbero la possibilità di acquistare un televisore di ultima generazione, costosissimi per l’epoca, il primo venne venduto negli Stati Uniti nel 1953 alla cifra da capogiro di 1.175 dollari.