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RICORRENZA DEL GIORNO

21/01/2014

La visita di Karol Wojtyła a Cuba, dal 21 al 25 gennaio 1998, fu un fatto epocale. Nessun papa si era mai recato prima in quel territorio, ma lui volle ricambiare la visita che Fidel Castro fece in occasione della giornata mondiale della FAO, due anni prima, a Roma. Prima dell'incontro il segretario di stato vaticano richiese la liberazione di 260 detenuti e Castro la concesse a 106.
Wojtyła fu ricevuto con tutti gli onori. Addirittura Castro fu visto per la prima volta senza la divisa militare addosso. Alla messa nella Piazza della Rivoluzione “Josè Marti” parteciparono un milione di persone.
Non mancarono le parole di condanna da parte di Giovanni Paolo II per l'embargo che gli Stati Uniti applicavano all'isola: "Ai nostri giorni nessuna nazione può vivere sola. Per questo, il popolo cubano non può vedersi privato dei vincoli con gli altri popoli, che sono necessari per lo sviluppo sociale e culturale, sopratutto quando l’isolamento forzato si ripercuote in modo indiscriminato sulla popolazione. accrescendo le difficoltà dei più deboli, in aspetti fondamentali come l'alimentazione, la sanità e l’educazione".
Fidel Castro, da parte sua, si disse commosso dallo sforzo del papa per realizzare un mondo più giusto.
Per rendersi conto di quanto l'evento segnò la storia del paese basti sapere che è dalla data della visita di Giovanni Paolo II a Cuba che nell’isola si festeggiano sia il Natale che la Pasqua cattolica.