Ole Kirk Christiansen è un falegname danese. Per lo più, nel suo laboratorio costruisce oggetti e arredi per fattorie e abitazioni della zona. È un uomo pieno di risorse, che non si abbatte facilmente: nonostante un incendio che danneggia in modo grave il negozio e la Crisi del ’29, non rinuncia al lavoro. Lo reinventa. Accanto agli attrezzi e agli arredi, comincia a costruire giocattoli destinati ai bambini della zona. Li chiama “LEGO”, ispirandosi al danese “leg godt”, “gioca bene”.
Insieme ai figli, che lavorano con lui, è tra i primi a sfruttare la plastica, materiale che a mano a mano sta diffondendosi in tutto il mondo. Bisogna, però, aspettare qualche anno, precisamenete il 28 gennaio 1958, prima che  venga  prodotta e brevetta la forma definitiva, il cosiddetto "mattoncino", che ha permesso a generazioni di bambini di dare forma alle loro fantasie, di sentirsi architetti, aritisti e ingegneri, e di scordarsi degli stimoli esterni (che ora, tra televisione, smartphone e consolle, non danno tregua). In una parola, di giocare. Che è la cosa più importante.