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RICORRENZA DEL GIORNO

24/10/2013

Il "giovedì nero" (1929)

Gli azionisti, i finanziatori e persino gli speculatori cominciano a preoccuparsi già da lunedì 21.
Il giorno seguente C. Mitchell, direttore della National City Bank, rassicura il mercato: “La situazione”, dice, “si risolverà da sola, è tutto sotto controllo”.
Mercoledì 23 il mercato dà gli ennesimi segni di nervosismo. La speculazione prende spazio.
Il giorno seguente, il cosiddetto “giovedì nero”, comincia in modo tranquillo. Già dalle 11 del mattino, però, le azioni prendono a cambiare di mano in mano a prezzi sempre più bassi. I risparmiatori e gli investitori si preoccupano. Si diffonde un clima di paura.  Alle 11.30 la paura diventa panico. Si diffonde la voce per cui una decina speculatori si siano suicidati. In poche ore tredici milioni di azioni vengono vendute a prezzi bassissimi.
I giorni seguenti si assiste a una leggera ripresa. Le grandi banche acquistano pacchetti di azione per lanciare un messaggio di ottimismo.
Non serve: martedì 29 ottobre si assiste al crollo più clamoroso della storia del mercato azionario.
È l’inizio di una crisi che travolgerà l’America, prima, e poi l’Europa.
La domanda interna crolla. La possibilità di acquisto si riduce. La produzione diventa sovrapproduzione. Le banche diventano insolventi.  L’economia (concreta, legata al lavoro) si avvita, e la finanza e l’attività speculativa mostrano tutta la loro fragilità. Lo Stato sbanda. Cresce la protesta, che si incanala in forme nazionaliste e demagogiche.
…vi ricorda qualcosa?